I lampadari in ceramica sono una bellissima soluzione per personalizzare la propria abitazione, specialmente per arredare ed illuminare l’area living. Si contraddistinguono dagli altri per l’armoniosità delle loro forme e per l’effetto luce elegante e sofisticato che forniscono agli ambienti. Scopriamo insieme qualche curiosità in più.
I lampadari in ceramica sono una soluzione per qualsiasi ambiente
La ceramica è un materiale delicato ed allo stesso tempo esclusivo, spesso lavorato ancora in maniera artigianale ed a mano, ecco perché regala ancora manufatti unici nel loro genere. Optando per un lampadario in ceramica a sospensione, scegliendo tra modelli tradizionali, rustici, moderni o contemporanei si rende unico l’ambiente in cui è inserito, donandogli un effetto decisamente distintivo.
Colorazioni, decori, dimensione, forme…sono tutti elementi che vanno ad influire sulla loro collocazione all’interno dell’ambiento domestico, spaziando dalla cucina alle camere da letto ma, anche per il salotto ed il bagno. Per il soggiorno, in linea generale, si consiglia di optare per una soluzione scenografica d’impatto e soprattutto grande.
Per la cucina, invece, l’ideale è optare per un lampadario più funzionale, capace di illuminare adeguatamente la stanza, senza rinunciare alla creatività.
Per le stanze da letto sarebbe meglio prediligere lampadari dallo stile romantico, raffinati ed allo stesso tempo non invasivi. In quanto alla colorazione, è sempre il total white o le tonalità tenui ad avere la meglio, scegliendo il modello in base ai componenti d’arredo.
Anche al bagno è possibile donare un tocco di eleganza scegliendo un lampadario in ceramica originale ed accattivante. È meglio prediligere un modello che sia in tinta con le piastrelle o gli accessori della stanza, così da non creare forti contrasti in un ambiente che deve infondere relax e benessere.
La storia della lavorazione della ceramica: i primi lampadari
Nella creazione e lavorazione della ceramica odierna sono racchiuse alcune delle più antiche tecniche artigianali conosciute, alcune in uso sin dalla preistoria. Si suppone che la sua invenzione sia avvenuta in due luoghi diversi in maniera indipendente, tra le popolazioni sahariane e quelle Giapponesi, diffondendosi successivamente in tutto il mondo.
I primi manufatti appartengono al Neolitico: vasellame grezzo cotto direttamente sul fuoco e modellato a mano. Successivamente l’arte vide l’introduzione del tornio e di altre tecniche di lavorazione e di cottura, che consentirono di ottenere oggetti più raffinati e robusti.
La ceramica dipinta venne esportata dall’Anatolia e dai territori della Mezzaluna Fertile verso l’Europa intorno al III millennio a.C., arrivando in Grecia dopo la fine della civiltà minoico-micenea. Dal VI al l IV secolo a.C. sorsero ad Atene e in altre zone – Beozia, Etruria e nella Magna Grecia – dei grandi centri di produzione.
Successivamente, in età romana si diffuse la ceramica aretina, con decorazione a rilievo, e quella detta a “terra sigillata”, che rimase in uso fino alla caduta dell’Impero. Sempre nello stesso periodo, intorno all’anno mille in Europa, venne inventata la maiolica nel tentativo di imitare i prodotti orientali.
La storia dei lampadari in ceramica è quindi molto antica, ovviamente le lampade nell’antichità non esistevano, ma questa tecnica è stata riportata nel tempo come una tradizione importantissima nella storia dell’arte.
